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  • L’ultimo sprint: giornata con Peppe de Cristofaro

    L’ultimo sprint: giornata con Peppe de Cristofaro

    Venerdì 2 maggio si è conclusa la campagna elettorale con una giornata intensa e partecipata, che ha visto la presenza in Alto Adige del Senatore di Sinistra Italiana Peppe De Cristofaro, presidente del Gruppo Misto al Senato.

    Tre gli appuntamenti principali tra Merano e Bolzano, che hanno segnato il finale di un percorso collettivo fatto di impegno, confronto e costruzione dal basso.

    A Merano:

    La giornata è iniziata alle ore 11:00 presso la Forst, dove si è tenuta la conferenza di presentazione ufficiale del nuovo circolo Sinistra die Linke e della lista in corsa alle elezioni comunali. All’evento erano presenti rappresentanti di tutte le forze progressiste della coalizione e la candidata sindaca Ulrike Ceresara. Ha partecipato anche il Senatore De Cristofaro, che ha ribadito l’importanza delle elezioni locali non solo per i territori ma anche nel più ampio quadro politico nazionale.

    L’incontro si è concluso con un momento conviviale, occasione per rafforzare i legami tra militanti, simpatizzanti e cittadinanza.

    A Bolzano:

    Nel pomeriggio, alle ore 16:00, presso il Minigolf Ahoi lungo il Talvera, si è svolto un incontro pubblico aperto a tutta la cittadinanza. Il Senatore De Cristofaro ha condiviso la sua recente esperienza in Palestina, raccontando testimonianze e incontri vissuti nei territori della Cisgiordania. Il dibattito ha toccato anche temi come i CPR e il ddl Sicurezza.

    Festa di chiusura:

    Dalle 18:00 alle 21:00 la giornata si è conclusa al Piazzale Alexander Langer con la festa di fine campagna elettorale della coalizione a sostegno di Andriollo. Un momento di forte partecipazione, musica e interventi, che ha raccolto le energie e le speranze di questi mesi di impegno. Tra gli oratori anche il nostro Luca Di Biasio e lo stesso Senatore De Cristofaro.

  • Ormai anche a destra sono interetnici

    Ormai anche a destra sono interetnici

    Articolo originale sul blog di David Augscheller: qui

    Questa volta seguo le elezioni comunali di Merano da distanza non essendo candidato, ma ho i miei preferiti. Forse mai come questa volta i giochi sono aperti e l’esito delle elezioni, almeno al primo turno, sembra del tutto imprevedibile, anche se realisticamente parlando al momento risultano favoriti di andare al ballottaggio la candidata del

    Centro-Sinistra e il candidato del Centro-destra.
    Tutto sommato non sembrano esserci grosse novità. L’unica novità, se vogliamo, pare sia la cosiddetta apertura dell’SVP agli italiani. Volendo essere pignoli si dovrebbe sottolineare che una “apertura” del genere si era già vista alle elezioni comunali di Bolzano nell’ormai lontano 2005, quando sulla lista dell’Edelweiß si leggeva il nome di Elena Artioli, che venne anche eletta. Sappiamo come andò a finire. La Artioli, dopo una serie di tensioni, approdò alla Lega, con la quale continuò per un alcuni anni la sua carriera politica.Dunque, quei pochi cosiddetti italiani nella lista dell’SVP di Merano non è che siano una grossa novità. L’SVP non è assolutamente diventata un partito interetnico, come alcune voci vorrebbero farci credere (pensiamo alla sua contrarietà dogmatica contro la scuola bilingue). E non si aprirà agli italiani, anche perché non potrebbe aprirsi a loro, se non con un ribaltamento della propria linea politica. Infatti, lo statuto della Südtiroler Volkspartei definisce il partito come “Sammelpartei der deutsch- und ladinischsprachigen Südtiroler/innen aller sozialen Schichten.“ (Partito di raccolta degli altoatesini di lingua tedesca e ladina di tutti i ceti sociali).

    E non c’è neanche uno spostamento del partito di raccolta verso una linea politica più di sinistra, come a volte si sente dire. Basta analizzare la lista delle candidate e dei candidati. I candidati dei contadini, per definizione in Sudtirolo, sono tutto, fuorchè di sinistra. Stesso discorso vale per chi rappresenta l’ala economica. E che dire dei candidati che fino a poco fa militavano nei partiti di destra con posizioni antiitaliane e antimigranti, come la Südtiroler Freiheit e i Freiheitlichen? Non dimentichiamo che a livello provinciale l’SVP ha scelto di governare con Fratelli d’Italia e Lega (l’assessore in quota Lega è poi passato a Forza Italia) e a Merano ha deciso di appoggiare e governare con il Centro-destra.

    Gli italiani nella lista dell’SVP piuttosto che una lista “italiana”, che appoggia la sua candidata sindaca, non significano né uno spostamento verso sinistra, né una svolta interetnica del partito di raccolta. E comunque l’interetnicità, almeno nei nostri territori, non è più un valore in sè. Anche nei partiti di destra (italiani) si trovano ormai candidate e candidati con background migratorio oppure di lingua tedesca. Non è l’aprirsi (seppur di poco) ad altri gruppi linguistici invece che a altri gruppi etnoculturali ad offrire un metro per una valutazione politica dell’una o dell’altra lista. Anzi, l’insistenza nel sottolineare questa pseudoapertura rischia di annacquare le vere differenze politiche fra i partiti e le coalizioni e porta inevitabilmente alla logica secondo la quale sinistra e destra non esistono più. E invece è esattamente questo l’aspetto che è evidenziato anche in queste elezioni.
    L’SVP è e rimane un partito conservatore. L’unica ala progressiva (fino a un certo punto) storicamente erano i cosiddetti “Arbeitnehmer” (che viene tradotto con ala dei lavoratori, anche se il termine tedesco indica i dipendenti; Arbeiter, il termine per lavoratori, risultava troppo rivoluzionario) che però ormai hanno un ruolo irrilevante all’interno del partito di raccolta. È un partito che si rifà al “christliches Menschenbild“ (la politica che si basa sui valori cristiani), che rispecchia le politiche basate sulla centralità della famiglia tradizionale, le posizioni a sfavore del principio di laicità della cosa pubblica, in primis, la scuola. In più, anche se negli ultimi anni è sbiadito nel discorso politico all’interno della Sammelpartei, lo statuto del partito prevede ancora la “Unverzichtbarkeit des Selbstbestimmungsrechtes der Südtiroler” (l’irrinunciabile diritto all’autodeterminazione dei Sudtirolesi).
    Ma esiste un fattore ancora più importante di tutti quelli ideologici messi insieme, che non farà spostare la Sammelpartei minimamente dalla logica etnica, perché è questa la chiave con cui si garantisce il potere politico. Mantenendo la logica etnica si assicurano anche i posti chiave nei vari CdA, nei comprensori e via dicendo. Perché da sempre i posti di governo e di sottogoverno vengono spartiti fra “tedeschi” e  “italiani” (i partner di coalizione, cosiddetti partiti italiani).
    Dunque, sembra che siano più alcuni italiani a volere entrare nell’orbita SVP, che l’SVP interessata ad aprirsi agli italiani. Ed è significativo che siano soprattutto i media di lingua italiana a far risaltare la presumibile apertura, invece che i media di lingua tedesca, che sembrano non interessarsi, più di tanto, al tanto conclamato nuovo corso.

    Invece di farci fuorviare da messaggi frettolosi e superficiali, misuriamo i partiti sui programmi concreti, sulle loro idee, perché su queste si basa l’essere di destra o sinistra e non su sterili slogan, perché ormai anche le destre da tempo sono diventate interetniche.