La politica del calpestare il dissenso

Abbiamo fatto arrabbiare Galateo.

Dopo il nostro post in difesa del consigliere Oberkofler, l’assessore ha iniziato a rispondere in modo compulsivo a chi criticava il suo comportamento, accusandoci di diffondere bugie e linkando il video integrale del consiglio provinciale, come se fosse un’assoluzione. In realtà, quel video peggiora solo la sua posizione: tra le varie cose (senza entrare nel merito del contenuto, che aprirebbe una parentesi di politica internazionale), si sente chiaramente lui che interrompe il presidente e proclama: ‘Io dico quello che voglio’

Già, proprio lui, che pretende il rispetto delle istituzioni, ma è il primo a non rispettare nemmeno il presidente del consiglio provinciale, interrompendolo e imponendo la sua visione come se fosse l’unica legittima. Il rispetto per le istituzioni, evidentemente, è un concetto che deve essere applicato agli altri, ma non a chi, come lui, si chiama Galateo.

A una docente che ha condiviso un nostro contenuto, la consigliera Scarafoni ha scritto: “Lei è una persona vergognosa, senza alcuna credibilità” e, come se non bastasse, il vicepresidente della provincia, per punire la cittadina, ha scelto la strada della delegittimazione pubblica: un post contro la docente, in cui afferma che gli insegnanti che non si allineano con la sua visione sono un “problema” da risolvere, minacciando addirittura il ricorso al tribunale. Un chiaro tentativo di intimidire chi osa esprimere opinioni divergenti.

Ci hanno anche accusati di aver decontestualizzato i fatti e di voler imporre la nostra opinione. È comico sentirselo dire da chi governa sia in Provincia che a Roma, con tutti gli strumenti del potere a disposizione. Sentire parlare di “opinione imposta” da parte di una minuscola forza di opposizione come la nostra è semplicemente ridicolo.

Questa non è più semplice arroganza. È un modello che si sta facendo sistema: un autoritarismo strisciante che si manifesta nell’uso del potere per intimidire, delegittimare, zittire. Un clima preoccupante, che evoca modalità e toni di etichette storiche che non vorremmo scomodare. È davvero questa la direzione che vogliamo prendere?

Domanda che rivolgiamo direttamente a qualcuno che ha scelto di avere uno come Galateo come alleato. Claudio Corrarati, candidato sindaco di centrodestra, appoggiato da Fratelli d’Italia: come uomo che si ritiene moderato, può davvero sentirsi al sicuro nell’affiancare un personaggio che usa il proprio potere per calpestare il dissenso e per delegittimare chi non si allinea alla sua visione? Siamo curiosi di sapere cosa ne pensa dell’operato di Galateo e se davvero crede che un simile comportamento sia compatibile con la politica che vorrebbe rappresentare.