Autore: Pier Paolo Serra

  • Trumps Vorstellung von Frieden:Ist das die Demokratie?

    Trumps Vorstellung von Frieden:Ist das die Demokratie?

    Der Raketenangriff auf die iranischen Atomanlagen ist ein Kriegsakt.

    Präsident Trump hat dies beschlossen – unter Missachtung des Kongresses und des Völkerrechts.

    Diejenigen, die in den USA das Sagen haben, versuchen, ihre Demokratie zu exportieren, behandeln sie jedoch bei der eigenen Machtausübung wie ein lästiges Hindernis.

    Dies geschieht im stillschweigenden Einvernehmen all jener in Europa, die lieber an ihrer Seite marschieren.

    Man muss das iranische Regime – das unseren Werten fern steht – nicht gutheißen, um das Offensichtliche zu erkennen: Trump und Netanjahu treiben die Welt in einen perversen Krieg, jenseits aller Regeln.

    Sie sprechen von „Frieden durch Stärke“, doch in Wirklichkeit ist es die alte Logik imperialer Macht: Gehorsam wird mit Bomben erzwungen, Allianzen werden mit Raketen neu geordnet, und das Völkerrecht gilt als nebensächlich.

    Das ist keine Diplomatie. Das ist Herrschaft.

    Abrüstung ist das einzige Gegenmittel gegen diese Eskalation – eine radikale Entscheidung, die Gewalt als politisches Mittel ablehnt und den Weg für einen echten Frieden ebnet.

    Mitten in einer sozialen und ökologischen Krise scheint jedoch die Aufrüstung zur wahren Priorität der globalen Mächte geworden zu sein.

    Auch Italien folgt unter der Regierung Meloni diesem Kurs: Die Militärausgaben auf 2 % des BIP heute und 5 % in Zukunft zu erhöhen – wie von der NATO gefordert – bedeutet, in den nächsten zehn Jahren 400 Milliarden Euro zu investieren, die bei Bildung, Gesundheit, Verkehr, Klima und Renten fehlen werden.

    Es trifft, wie immer, die Schwächsten.

    Ministerpräsidentin Giorgia Meloni hat bisher kein Wort gesagt.

    Wird sie weiterhin Seite an Seite mit Trump stehen – auch nach einem völkerrechtswidrigen Angriff auf einen souveränen Staat? Wird sie weiterhin den Verbündeten Netanjahu unterstützen?

    Die italienische Regierung darf nicht Komplizin eines neuen Angriffskriegs werden. Sie muss das Schweigen brechen und Druck auf die europäischen Institutionen ausüben, damit diese sich klar distanzieren und eine eigenständige, aktive Rolle für Entspannung und Diplomatie übernehmen – nicht für militärische Gefolgschaft.

    Jede Stunde der Zweideutigkeit ist eine Stunde, die der Gewalt geschenkt wird.

    🔴 Wir als Sinistra die Linke verurteilen entschieden den US-Angriff und die Arroganz des Imperialismus, der glaubt, die Spielregeln der Welt zu seinen Gunsten neu schreiben zu dürfen.

    Wir akzeptieren nicht länger, dass die Sicherheit der Starken mit der Zerstörung anderer bezahlt wird.

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    Italiano: La pace secondo Trump: è questa la democrazia?

    L’attacco missilistico agli impianti nucleari iraniani è un atto di guerra.

    Lo ha deciso il presidente Trump ignorando il Congresso e il diritto internazionale.

    Chi comanda negli Stati Uniti cerca di esportare la sua democrazia mentre, per il proprio esercizio del potere, la tratta come fosse un ostacolo.

    Questo avviene nel silenzio complice di chi, in Europa, preferisce andarci a braccetto.

    Non serve approvare l’operato del regime iraniano, che non potrebbe essere più distante dai nostri valori, per vedere ciò che è evidente: Trump e Netanyahu stanno trascinando il mondo in una guerra perversa, fuori da ogni regola.

    Parlano di “pace attraverso la forza”, ma è la vecchia logica imperiale che impone obbedienza con le bombe, ridisegna alleanze a colpi di missili e considera il diritto internazionale un dettaglio secondario.

    Questa non è diplomazia. È dominio.

    Il disarmo è l’unico antidoto a questa escalation: una scelta radicale che rifiuta la violenza come strumento di politica e apre la strada a una pace autentica.

    Nel pieno di una crisi sociale ed ecologica, il riarmo pare invece la vera priorità delle potenze globali.

    Anche l’Italia, col governo Meloni, segue questa direzione: portare le spese militari al 2% del PIL oggi e al 5% domani, come chiesto dalla NATO, significa investire 400 miliardi in dieci anni, sottraendoli a scuola, sanità, trasporti, clima e pensioni.

    A rimetterci saranno come sempre le fasce più deboli della popolazione.

    La premier Giorgia Meloni non ha ancora detto una parola.

    Continuerà ad andare a braccetto con Trump anche dopo un attacco illegale contro un paese sovrano? Continuerà a sostenere l’alleato Netanyahu?

    Il governo italiano non può essere complice di una nuova guerra di aggressione.Deve rompere il silenzio e fare pressione sulle istituzioni europee perché prendano le distanze ed esercitino un ruolo autonomo e attivo per la de-escalation e la diplomazia, non per l’allineamento militare.

    Ogni ora di ambiguità è un’ora regalata alla violenza.

    🔴 Come Sinistra die Linke condanniamo con fermezza l’attacco statunitense e l’arroganza dell’imperialismo trumpiano che pretende di riscrivere le regole del mondo a proprio vantaggio.

    Non accettiamo più che la sicurezza dei forti venga pagata con la distruzione altrui

  • Il consigliere di Bolzano Salvadori cita Goebbels per attaccare la bandiera LGBTQIA+

    Il consigliere di Bolzano Salvadori cita Goebbels per attaccare la bandiera LGBTQIA+

    Nella giornata odierna il consigliere comunale Diego Salvadori (Fratelli d’Italia) ha pubblicato un post in cui cita Joseph Goebbels, ministro della propaganda del regime nazista, per attaccare l’esposizione della bandiera LGBTQIA+ in uno spazio pubblico a Bolzano:

    “La bandiera non segue il popolo, è il popolo che deve seguire la bandiera.”

    Un’affermazione agghiacciante, che richiama la retorica totalitaria per colpire chi rivendica libertà, dignità e diritti.

    A rendere il fatto ancora più grave è l’adesione pubblica di Marco Galateo, vicepresidente della Provincia, che ha espresso il proprio consenso con un “mi piace” al post, salvo poi cercare di sviare parlando di un “refuso tecnico”. Una giustificazione ridicola e vergognosa, che non solo non attenua la sua responsabilità politica, ma dimostra il cinismo di chi minimizza messaggi di odio per convenienza.

    Non si tratta di un gesto isolato né privo di significato, soprattutto se si considera che a Bolzano non è stato nominato un assessorato alla cultura, con la motivazione che “tanto c’è un filo diretto con Galateo”.

    Il risultato è chiaro: la politica culturale della città viene subordinata all’approvazione di chi nella migliore delle ipotesi legittima messaggi carichi di odio e revisionismo senza sapere chi sia Goebbels, nella peggiore condividendone il pensiero. In entrambi i casi, è un fatto politicamente gravissimo.

    E quando scoppia la polemica? Salvadori cancella tutto.
    Nessuna spiegazione. Nessuna assunzione di responsabilità. Nessuna scusa. Solo silenzio. Solo vigliaccheria politica.

    Di fronte a tutto questo è necessario un richiamo netto alla storia:
    migliaia di persone omosessuali furono perseguitate dal nazismo, obbligate a portare il triangolo rosa, deportate, torturate e sterminate nei campi.
    Le bandiere arcobaleno servono anche a ricordare quell’orrore. A dire, ancora una volta: mai più.

    Esporre una bandiera LGBTQIA+ non è un atto ideologico, ma l’affermazione di valori fondamentali: uguaglianza, libertà, rispetto delle differenze.
    Sui diritti civili non esiste neutralità: o li si difende, o li si nega. E chi tace o prende le distanze, si rende complice.

    L’Italia, con la Costituzione del 1948, ha preso una posizione inequivocabile: antifascista, democratica, fondata sulla dignità umana e sul rifiuto del nazismo.
    Chi oggi cita con Goebbels per attaccare i diritti civili si pone fuori da quel patto costituzionale, fuori dai valori della Repubblica, fuori da ogni legittimità democratica.

    Per queste ragioni chiediamo le immediate dimissioni del consigliere Diego Salvadori e del vicepresidente Marco Galateo.
    Chi ricopre incarichi pubblici non può, in alcun modo, accostare il proprio nome alla propaganda del Terzo Reich.

    Pier Paolo Serra

  • Mozione per la Palestina

    Mozione per la Palestina

    Oltre cento Comuni italiani e alcune regioni hanno già approvato una mozione in sostegno del popolo palestinese. Oggi, anche a Bolzano, abbiamo lavorato alla stesura di un testo condiviso che chiede un impegno chiaro e concreto.

    La mozione esprime solidarietà alla popolazione palestinese, vittima di una crisi umanitaria gravissima, e invita il comune di Bolzano ad agire, insieme agli altri, perché il governo italiano prenda una posizione netta e coerente con il diritto internazionale, condannando le gravi violazioni dei diritti umani in corso a Gaza.

    Riteniamo doveroso, come rappresentanti delle istituzioni, non restare in silenzio. La neutralità di fronte a un’ingiustizia palese sarebbe complicità.

    Chiediamo che la mozione venga sostenuta da tutte le forze politiche. Di fronte alla sofferenza, alla distruzione e alla perdita di migliaia di vite innocenti, servono responsabilità, coraggio e un chiaro “no” alla guerra, a ogni forma di violenza, e al genocidio perpetrato ai danni della popolazione palestinese.

    Noi da semplici consiglieri comunali portiamo questa mozione in comune a Bolzano perché ognuno di noi può e deve fare tutto quello che è nel proprio potere per far terminare questo sterminio.

    Luca Di Biasio (SdL) con Diego Laratta (PD)

  • Teatrini, spartizione etnica e centrodestra: così nasce la nuova giunta di Meran

    Teatrini, spartizione etnica e centrodestra: così nasce la nuova giunta di Meran

    Discorso completo di insediamento del nostro eletto Lukas Gioga al consiglio comunale di Merano:

    “Danke Herr Präsident, danke für das Wort und natürlich auch alles Gute für Ihren neuen Aufgabenbereich

    Sehr geehrte Bürgermeisterin. Üblicherweise, um Ihnen Respekt zu zollen würde ich meine erste Ansprache auf Deutsch halten, weil Sie auch deutscher Muttersprache sind, però lo farò iniziando in italiano per far vedere che una persona di madrelingua tedesca può parlare la lingua dell’altro gruppo e pertanto rappresentarne gli interessi, considerando anche che le competenze del comune come i marciapiedi, lo sport, le opere pubbliche e tanto altro non hanno gruppo linguistico. Il tema molto sensibile della rappresentanza etnico-linguistica e la conseguente spartizione dei poteri in base a questi canoni, è tornata al centro del dibattito politico a seguito del “teatrino imbarazzante” che avete messo in scena durante il passaggio di consegne.
    Tale “teatrino”, peraltro, ha distolto l’attenzione e ha semplificato l’entrata in giunta di Alleanza per Merano, ricordo qui il titolo dell’Alto Adige: “Zaccaria rompe gli indugi: in giunta per il tricolore”. Ciò che è accaduto ha creato in me solo dispiacere, ho sempre creduto e tuttora credo che la situazione linguistica del Sudtirolo debba essere un arricchimento per tutti e non un motivo di scontro, come invece è stato, dato il nazionalismo che dal “teatrino” è scaturito. La visione della politica che nell’occasione hanno dimostrato i partiti che adesso compongono la maggioranza è quella di una divisione del potere su base etnico-linguistica ed è proprio questo che logora il sistema democratico qui in Alto Adige/Südtirol, il fatto che gli incarichi non vengono assegnati in base ai valori e alle competenze: sono “poltrone” da occupare come conseguenza dell’appartenenza linguistica. Anche questo probabilmente un fattore che tiene sempre più elettrici ed elettori lontani dalle urne.
    Inoltre riaprendo il dibattito in questi termini avete dato l’idea di un Sudtirolo rimasto agli anni ’50, mentre buona parte della popolazione li ha superati, la storia lo ha dimostrato attraverso gli Statuti di Autonomia, così come la convivenza ha dimostrato di poter funzionare.
    Spero vivamente che riusciate a ricucire la ferita che avete creato.

    Um nun zum eigentlichen Hauptthema dieser heutigen Sitzung zu kommen. Die Regierung scheint gebildet. Eine klare Mitte-Rechts-Regierung. Irgendwie befremdlich, nach Monaten, wo doch die neue Bürgermeisterin mehrmal verlauten ließ, dass sie links gerichtet sei. Dabei wäre es für Sie durchaus möglich gewesen bei dieser Regierungsbildung, diese Richtung einzuschlagen, die auch wir von die Linke/la Sinistra sehr gerne unterstützt hätten, zumal Sie auch deshalb von italienischsprachigen Wählerinnen und Wähler gewählt wurde. Nun ja, mehr als Propaganda war es von Seiten der Bürgermeisterin wohl doch nicht, jedoch half es dabei “di creare un governo di centrodestra con i voti del centrosinistra”.
    Es zeigt sich hier also, dass es wichtiger war, den großen Lobbys unseres Landes auch in Meran Ihre Posten zu verschaffen: den Bauern, den Hoteliers und zuletzt um die rechten Italiener zufrieden zu stellen eine kontrollierbare Gruppe in die Koalition zu nehmen.
    Und somit alles Gute für Ihre neue, herausforderne Aufgabe, alle bei Laune zu halten, sehr geehrte Bürgermeisterin.
    Nichtdestotroz wünsche ich mir eine konstruktive Zusammenarbeit auch mit uns als Opposition. Damit wir wichtige Themen unserer Stadt angehen können, jene, die den Bürgerinnen und Bürgern unter die Nägel brennen, wie das Wohnen, die Mobilität und das immer größer werdende Müllproblem. Diesbezüglich fehlen in Ihrem Programm konkrete Maßnahmen. Kein Wort über das WoBi Institut oder gemeindeeigene Immobilien und zum Thema Müll, hoffe ich, dass dies nun endlich gelöst werden wird, da Sie es in 3 Jahren nicht geschafft haben. Werden Sie sich wieder den Müll vornehmen?
    Vielleicht gelingt es ja nun eine Lösung zu finden, gerne unterstützen wir Sie bei diesen Herausforderungen.

    Vielen Dank und alles Gute für Ihre Amtszeit.”

  • L’omofobia non è goliardia

    L’omofobia non è goliardia

    Questi commenti non sono goliardia: sono odio puro, senza filtri, vomitato contro chi è già marginalizzato.
    Omotransfobia, infami accuse di pedofilia, nostalgie dei campi di sterminio. Un abisso morale che in un paese davvero civile porterebbe a denunce e sanzioni, non a like e risatine.

    Tutto questo perché? Perché una bandiera, la Progress Pride Flag, è entrata in Comune.
    Una bandiera che parla di diritti, dignità, libertà.
    Una bandiera che a qualcuno dà più fastidio della violenza.

    Chi reagisce così a un gesto simbolico e pacifico non è “contro un’ideologia”: è contro l’umanità.
    Ed è esattamente per questo che il patrocinio al Pride non è solo opportuno. È un dovere politico.

    Perché questo odio, se non contrastato, diventa la norma.
    Perché l’indifferenza delle istituzioni è complicità.
    Perché Bolzano deve scegliere da che parte stare: con i diritti o con le barbarie.

    Pier Paolo Serra

    Aggiungiamo il link della testimonianza del nostro segretario e consigliere Di Biasio:
    https://www.facebook.com/share/r/19mxFZbsCo/

  • Giugno è Pride Month: ci siamo, come sempre, dalla parte giusta della storia

    Giugno è Pride Month: ci siamo, come sempre, dalla parte giusta della storia

    Quest’anno, come ogni anno, Sinistra die Linke aderisce con convinzione al Pride Month, mese di lotta, memoria e orgoglio della comunità LGBTQIA+.

    Non lo facciamo per moda, né per calcolo: ci siamo sempre stati, ci saremo sempre. Perché i diritti delle persone queer non sono un’aggiunta, ma parte integrante della nostra idea di giustizia sociale. Perché ogni volta che una persona viene discriminata per il proprio orientamento, identità o espressione di genere, è tutta la società a diventare più fragile, più ingiusta, più violenta.

    In un tempo in cui crescono le aggressioni, i discorsi d’odio e le politiche repressive contro chi è “fuori norma”, vogliamo ribadire la nostra scelta di campo: stiamo con chi ama, non con chi esclude.

    Per questo sosteniamo i Pride, i percorsi di autodeterminazione, le rivendicazioni concrete per una vita libera e dignitosa per tutte le soggettività LGBTQIA+: dal diritto al riconoscimento legale per tutte le famiglie, alla lotta contro le terapie riparative, fino alla piena applicazione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole.

    Orgoglio, diritti, liberazione: buona lotta a tuttə.

  • Referendum: So beginnt deine Revolution

    Referendum: So beginnt deine Revolution

    Il presidente del Consiglio provinciale Marco Galateo ha liquidato il referendum di giugno come “una conta interna alla sinistra, troppo costosa, fatta pagare agli italiani”.

    È una dichiarazione grave, indegna del ruolo istituzionale che ricopre.

    Un rappresentante delle istituzioni non dovrebbe mai screditare il diritto al voto né insultare chi partecipa a un confronto democratico. Parlare di “costi” quando si tratta di democrazia è un segnale preoccupante: significa considerare la partecipazione un lusso, e non un diritto.

    Il referendum è uno strumento prezioso, e l’8 e 9 giugno voteremo 5 SÌ.

    Nella foto volantinaggio al mercato con compagn* dei verdi e simpatizzanti

  • Welcome to the jungle

    Welcome to the jungle

    La giunta ancora non c’è, ma é già chiara la direzione che vogliono prendere.

    Sgomberi, discorsi che richiamano a culture superiori e negazione del patrocinio al Pride segnano una strada di regressione politica e sociale.

    Ecco alcune nostre considerazioni sugli argomenti:

    Pride e patrocinio


    Die Ablehnung der Schirmherrschaft für die Pride seitens der Gemeinde Bozen bedeutet eine verlorene Chance für die Stadt. Scheinbar hat der Mut gefehlt, denn die Pride ist nicht nur ein buntes Fest, sondern ein politischer Akt für den Respekt und die Wertschätzung ALLER Minderheiten. Der Beweis dafür ist die Tatsache, dass die Pride von vielen Organisationen wie ANPI, AIED, Frauenmarsch und Gewerkschaften wie CGIL, CISL und UIL unterstützt wird. Ich wünsche mir, dass die Bürgermeister zumindest an der Parade teilnimmt, wie es sein Kollege in Trient gemacht hat.

    -Andreas Unterkircher

    Il sindaco richiama a culture “diverse”

    Quanto accaduto in centro a Bolzano rappresenta un atto criminale grave e inaccettabile. I responsabili devono essere perseguiti secondo le leggi della Repubblica.

    Invito il sindaco Claudio Corrarati ad astenersi da interpretazioni basate sul relativismo culturale: è fuorviante e inappropriato suggerire che simili comportamenti siano la norma altrove.

    Questo è un episodio di criminalità (tale rimarrebbe in qualsiasi parte del mondo) non ricollegabile direttamente al background culturale.

    L’aspetto punitivo, inoltre, è indispensabile ma non sufficiente in un’ottica di prevenzione.

    Per evitare che simili, ingiustificabili, episodi si ripetano c’è bisogno di intervenire anche sulle cause che portano i giovani a delinquere e che troppo spesso sono legate, tra le altre cose, a disagio economico, sociale e abitativo.

    -Luca di Biasio

  • La politica del calpestare il dissenso: appello a Corrarati

    La politica del calpestare il dissenso: appello a Corrarati

    Abbiamo fatto arrabbiare Galateo.

    Dopo il nostro post in difesa del consigliere Oberkofler, l’assessore ha iniziato a rispondere in modo compulsivo a chi criticava il suo comportamento, accusandoci di diffondere bugie e linkando il video integrale del consiglio provinciale, come se fosse un’assoluzione. In realtà, quel video peggiora solo la sua posizione: tra le varie cose (senza entrare nel merito del contenuto, che aprirebbe una parentesi di politica internazionale), si sente chiaramente lui che interrompe il presidente e proclama: ‘Io dico quello che voglio’

    Già, proprio lui, che pretende il rispetto delle istituzioni, ma è il primo a non rispettare nemmeno il presidente del consiglio provinciale, interrompendolo e imponendo la sua visione come se fosse l’unica legittima. Il rispetto per le istituzioni, evidentemente, è un concetto che deve essere applicato agli altri, ma non a chi, come lui, si chiama Galateo.

    A una docente che ha condiviso un nostro contenuto, la consigliera Scarafoni ha scritto: “Lei è una persona vergognosa, senza alcuna credibilità” e, come se non bastasse, il vicepresidente della provincia, per punire la cittadina, ha scelto la strada della delegittimazione pubblica: un post contro la docente, in cui afferma che gli insegnanti che non si allineano con la sua visione sono un “problema” da risolvere, minacciando addirittura il ricorso al tribunale. Un chiaro tentativo di intimidire chi osa esprimere opinioni divergenti.

    Ci hanno anche accusati di aver decontestualizzato i fatti e di voler imporre la nostra opinione. È comico sentirselo dire da chi governa sia in Provincia che a Roma, con tutti gli strumenti del potere a disposizione. Sentire parlare di “opinione imposta” da parte di una minuscola forza di opposizione come la nostra è semplicemente ridicolo.

    Questa non è più semplice arroganza. È un modello che si sta facendo sistema: un autoritarismo strisciante che si manifesta nell’uso del potere per intimidire, delegittimare, zittire. Un clima preoccupante, che evoca modalità e toni di etichette storiche che non vorremmo scomodare. È davvero questa la direzione che vogliamo prendere?

    Domanda che rivolgiamo direttamente a qualcuno che ha scelto di avere uno come Galateo come alleato. Claudio Corrarati, candidato sindaco di centrodestra, appoggiato da Fratelli d’Italia: come uomo che si ritiene moderato, può davvero sentirsi al sicuro nell’affiancare un personaggio che usa il proprio potere per calpestare il dissenso e per delegittimare chi non si allinea alla sua visione? Siamo curiosi di sapere cosa ne pensa dell’operato di Galateo e se davvero crede che un simile comportamento sia compatibile con la politica che vorrebbe rappresentare.

  • Attacco a Oberkofler: Galateo e il volto autoritario della destra

    Attacco a Oberkofler: Galateo e il volto autoritario della destra

    L’assessore provinciale Galateo oggi ha superato ogni limite.

    Di fronte a una critica politica legittima, e condivisibile da chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale, cioè l’aver evidenziato l’ipocrisia di chi esulta per Trump e poi si lamenta dei dazi, ha reagito come spesso fa la destra al potere: non con argomenti, ma con insulti personali.

    “Incompetente, superficiale, duro di comprendonio, ignorante, maleducato”: queste le parole rivolte al consigliere d’opposizione Zeno Oberkofler.

    È un linguaggio violento e inaccettabile, che rivela la cultura politica di chi oggi governa.

    Chi siede in Giunta dovrebbe saper reggere il confronto democratico, non comportarsi come un bullo di quartiere.

    Ma Galateo non è un’eccezione. È il volto autentico della destra al governo:
    prepotenza, fanatismo ideologico, totale assenza di rispetto istituzionale.
    E questo è solo un assaggio di ciò che ci aspetta se gli consegniamo ancora più potere.

    Al ballottaggio abbiamo l’opportunità di fermare questa deriva autoritaria e impedire che la destra prenda anche il controllo della nostra città.

    Come Sinistra die Linke esprimiamo la nostra totale solidarietà a Zeno Oberkofler, vittima di un attacco ingiustificato e inaccettabile.